Società, Tarcento Basket

Basta ballare la quadriglia, è ora di fare sul serio

fotomenis_u16_05-11-42

Troppe partite perse nei minuti finali
Il punto del Pres.

Le ultime partite in calendario dei campionati sono state forte motivo di disagio e di malumore. Giustificato e legittimo. L’autobus – come si dice – va preso quando passa, non è detto che – una volta passato – ritorni di nuovo. Questo non solo, per quanto qui ci riguarda, per consolidare la classifica ma anche per metterla in sicurezza. I campionati sono lunghi, prima o poi l’avversario più forte te lo trovi davanti – in casa o in trasferta, fa poca differenza, in campionati come questi – oppure – per lunga che sia la panchina – un roster falcidiato da influenze o infortuni o “cause di forza maggiore “ ti capita e allora ti mordi le dita per le occasioni perse. Questo fa ancora più male quando negli ultimi minuti sprechi e getti alle ortiche un vantaggio – reso consistente nel corso della partita, cioè a doppia cifra. Questo è quanto è accaduto alla prima squadra e ad un paio delle giovanili nelle partite dello scorso we. E allora pensando – come ogni settimana – ad un titolo spiritoso per il mio consueto punto del Pres mi sono ricordato della quadriglia, il celebre ballo di origine popolare francese , più precisamente dell’esercito francese a fine ‘700, poi con varianti – più o meno significative – esportato un po’ ovunqua , in America , in Inghilterra, a volte rimasto popolare, altre prerogativa delle classi nobiliari o elevate . Ma comunque con una costante : un movimento sempre complicato ed avvitato su se stesso. Un po’ come il nostro gioco e le nostre classifiche di campionato.

Paghiamo una insufficiente preparazione estiva e atletica al campionato ? : trattandosi di un refrain è un sospetto che mi viene e che offro alle cabale per un verdetto che mi interessa molto. Negli scorsi anni con coach Andriola è stato un tema di discussione forte e mai scontato: come essere in forma ad inizio di campionato, ed esserlo pure a inizio girone di ritorno , senza arrivare sfiniti a fine campionato ? D’accordo: erano altre categorie – superiori- ed altri avversari. Però il problema si pone comunque. Altrimenti non si spiegherebbe perché – dopo aver accumulato un vantaggio – via via sempre più ampio- alla fine ce lo facciamo rosicchiare fino a subire il sorpasso. Una volta può essere che l’avversario abbia perso tempo a prendere le misure, l’altra che abbia avuto necessità di un rodaggio superiore per prendere la mira, o per familiarizzare con il metro di arbitraggio. Oppure che il dolore a lungo tollerato sia esploso a fine gara. Certo, se parliamo della prima squadra, ci siamo trovati di fronte ad un Geatti che non avrebbe tollerato un altro insuccesso – per di più in casa, dopo averne inanellati tre, in parte prevedibili, ma in gran parte no. Un Geatti che a compensare la nostra assenza dell’infortunato Lauzana, si è presentato privo del capitano Sandri. L’assenza di Lauzana ha di molto contratto le nostre possibilità di rotazione nel momento in cui la evidente stanchezza – nei muscoli e nella testa – dei nostri ha facilitato il karakiri letale. A farci male non ha potuto pensarci il mai dimenticato ex Federico Sandri perché fuori regione per lavoro, ma ci hanno pensato – eccome!- altri due non dimenticati ex , Gabriele Bellina ed Andrea Moznich. Però ritorno sul punto: dopo una estate ricca di imprevisti ed infortuni: l’incidente ad head coach Andriola, il rimescolamento delle partnerschip con le altre società, la formazione sofferta e un po’ tardiva dei roster e degli staff, ha inciso sulla preparazione estiva?

Se non ti viene il magheggio almeno salva il vantaggio acquisito : lo sanno anche profani: nel basket si può vincere e/o perdere anche all’ultimo secondo. Cose da esperti, in talento e controllo dei nervi. Non necessariamente da professionisti, queste sono doti che prescindono, le puoi avere in natura e solo coltivate , affinate , messe alla prova in NBA o nei campetti in piazza e in parrocchia. Però le hai o non le hai, servono realismo ed umiltà per riconoscerlo, come Don Abbondio con il suo – mancato – coraggio. Se le hai , ti puoi anche permettere di prolungare il tormento e l’agonia fino all’ultimo secondo – tenendo la situazione sotto controllo- . Al riguardo, indimenticabile ed immortalata nei film in archivio sul sito, la bomba di play Steve Antena nella finale di CSILVER a Codroipo, quando – contrastato da – dopo averlo tenuto a bada fino allo scoccare della sirena dell’ultimo quarto, praticamente da sotto il nostro canestro- dopo aver cinicamente profetizzato “Serra …. Questa è per te”,
lanciò un tiro micidiale che fece letteralmente esplodere il palazzetto di Codroipo e annichilire il povero e ottimo Serrao, da Steve chiamato co l’affettuoso nick Serra in omaggio ail paio di anni trascorsi assieme a Codroipo. Indimenticabili pure alcune bombe sul filo di lana di Bum Bum Vidani, Federico Bellina, Klaus Munini, Fabio Baccino, ma pure Francesco Accardo, David Gaspardo. Però se queste skills ti mancano e ti trovi in vantaggio, la soluzione è una e una sola: amministrarlo con sagacia e intelligenza umiltà e sangue freddo. Per portare a casa il risultato e non coprirsi di ridicolo.

No l’è un mal c’à non sedi ancje un ben : chiudiamo con la prima squadra , dopo aver detto tutto ciò che c’è da dire. Ora parliamo delle giovanili, iniziando da Under 14. Stesso film e stessa dinamica, ma con un senso affatto diverso. In trasferta contro l’ottimo Feletto, sempre – dall’inizio, da palla alta fino ad inizio ultimo quarto, sempre in vantaggio anche in doppia cifra, nella ultima frazione la partita ha preso una svolta: i nostri ragazzi o si lasciavano infilzare dagli avversari che finalmente avevano trovato il tiro del canestro e un po’ di schema di gioco, oppure per fermarli erano costretti al fallo. Così nel quarto sono uscite per 5 falli tre pedine importanti del nostro quintetto. Lucidità completamente persa, gioco di squadra alle ortiche, di nuovo alla ricerca del miracolo personale e individuale. A qualsiasi costo: infrazione di passi, palla alle stelle, rovina su avversari e compagni buttandone almeno tre a tappeto, tiri sulla luna coprendosi di ridicolo ed indignando il non scarso pubblico presente. Insomma la squadra dello scorso anno che ha militato nel campionato Under 13 e che si è trasformata in una squadra decente e pure guardabile con gusto e divertimento nei primi tre quarti di gioco. Pertanto i commenti da fare sono due: il primo sulle prime tre frazioni di gioco, il secondo sull’ultima. Resta il fatto comune che si è sprecata una occasione d’oro , impossibile da ripetere e buttati via due punti che sicuramente saranno rimpianti. Di positivo c’è da dire – e da qui il sottotitolo in friulano – che la convinzione della scorsa estate secondo la quale senza un a contaminazione tra i nostri ex U13 e quelli di altre società – nel caso , le interpellate Majano e Tricesimo, oltre a Feletto- i nostri non avrebbero potuto imbastire una U14 in grado di stare in piedi. La sconfitta di Feletto ci dice che non è vero, che le nostre preoccupazioni son state eccessive e che in realtà i ragazzi si sono trasformati, da 8una accozzaglia è nata una squadra e si è consolidato un gruppo. Non è risultato da poco, valorizzato pure da fatto che i ragazzi ne sono lucidamente consapevoli e meritatamente soddisfatti.

Progetto “U18 Alto Friuli “, un decollo troppo lento: il gruppo c’è, il clima è buono gli allenamenti sempre partecipati ed impegnati – tranne le immancabili eccezioni, per verifiche scolastiche incombenti, mali di stagione ..- però ci aspettavamo di più, non solo noi, ma anche i ragazzi, che non nascondono la delusione e nemmeno la irritazione, per alcune partite quasi vinte o comunque ampiamente alla portata , fino al punto di aver tenuto l’avversario sulla graticola fino al suono finale della sirena. Sabato 18, la partita in casa vs il DLF è attesa come l’occasione per il giro di boa e il riscatto da tutti agognato. Così sarà più agevole guardare al traguardo del termine del girone di andata, della pausa di fine anno. Che non sarà di riposo assoluto, perché gli allenamenti saranno sempre attivi e il 3/4 gennaio 2018 a Tolmezzo organizziamo il già annunciato torneo internazionale giovanile U18. Oltre a Tarcento Basket ci saranno compagini brillanti e competitive: GSA, Lubiana e Vienna.

Per fortuna c’è “progetto 2001”: la squadra imbastita – non senza difficoltà, qualche malumore e polemica di troppo, qualche prezzo pagato, ad agosto per dare sbocco alla classe 2001 di Tarcento, Tricesimo e Feletto, resistendo così alle avances nemmeno velate di GSA, interrompendo male la pluriennale collaborazione con Gemona ma tutelando i gioielli di famiglia infila la terza vittoria consecutiva. Continua la marcia vittoriosa in un clima del gruppo sereno, cameratesco, non privo di sbruffoneria a volte fastidiosa. Va detto – per onestà – che a volte hanno avuto vita molto facile per una netta superiorità verso gli avversari- vedi Perteole, in casa – già meno agevole a Laipacco. Sofferta ma meritata la vittoria con APU al Benedetti. Tutto fa pensare che martedì 21 alle 18.45 in casa non sarà il Pasian di Prato a impartire ai nostri la lezione che potrebbe pure rivelarsi salutare in vista del lungo campionato e della seconda fase alla quale onestamente puntiamo.

La guerra è troppo seria per lasciarla ai militari ( cit. Georges Cle’manceau) non si conosce frase celebre che abbia avuto maggiore successo e che sia stata ripresa e adattata da molti ad altri contesti- la politica sicuramente, la chirurgia è sicuramente molto seria ma è difficile pensarla in mano di chi non sia chirurgo, lo stesso per l’ingegneria , la cucina.. Però se si pensa ed osserva alle vicende dello sport in genere – eliminazione dell’Italia dai mondiali di calcio di Mosca e soprattutto alle reazioni successive – ma – per venire al basket – alla triste vicenda Micalich/GSA – Caruso /Virtus Feletto ma pure ai nostri campionati, alle dinamiche agonistiche e gestionali che sollevano negli atleti , negli staff , nelle società, nelle famiglia , nelle istituzioni e nelle opinioni pubbliche, vien da pensare che gli addetti ai lavori non sempre si rivelino alla altezza dei compiti e che un po’ di aria nuova e fresca non farebbe male. ( at)