Società, Tarcento Basket

Fifty-Fifty ? Direi di no! Seventy-Thirty, forse!

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Foto Menis

Il punto di vista del Pres. – Cambio di passo: quinta puntata

Questo potrebbe essere il bilancio della settimana che si è chiusa ieri. Di quella che si apre domani parleremo più avanti, oggi speriamo e ci auguriamo sarà migliore. Di quattro partite di campionato- quelle che qui interessano e di cui ci occupiamo, una è stata vinta e convincente in trasferta, due perse in trasferta in modo vergognoso , una persa per un punto  e dopo essere stati in vantaggio anche  di 20 punti. Ma il punteggio nel basket è come i voti di Andreotti – il divo Giulio, che sosteneva che “i voti  si  pesano e non si contano”.

Fuori di metafora : ci sono vittorie e sconfitte diverse.

Di ciò qui ed ora ci occupiamo. Tra l’altro- quanto alle news – sono già state anticipate su fb e molto bene. I ragazzi di U16 non hanno resistito – e giustamente – al migliore e più bel selfie possibile, dopo la vittoria  per informare dallo spogliatoio della impresa , utile al morale e alla classifica, e fare così gli auguri di buone feste. Per i ragazzi di U15 ancora una volta parlano Martino e Nicky. Mi piace e trovo molto bello che i ragazzi sappiano e trovino il tempo per farlo utilizzare i social per esternare in tempo reale le loro soddisfazioni, le ansie, i timori, ciò che provano realmente nella vita .. nel e per il basket, gli studi, il lavoro. Vuol dire che si sentono parte di una comunità che la cercano nei momenti più importanti per condividere gioie, dolori, aspirazioni, speranze, sogni, progetti. Qui e oggi, i ragazzi di U16, festeggiano sorridenti e felici e ci donano una parte della loro felicità. I ragazzi di U15, per bocca di Nicky e Martino, tentano un difficile spiegazione, si cimentano in una improbabile cronaca, rinnovano una speranza ed un impegno, cercano e chiedono la nostra comprensione, il nostro appoggio, che ancora una volta confermiamo e concediamo.

Under 13: non glielo ha ordinato il medico di fare basket e di iscriversi ad un campionato. Sono molto risentito ed arrabbiato perché – dopo un lungo periodo inconcludente ed estenuante di tentativi andati a vuoto – la scelta di continuare e di farlo  in questo modo – è stata il frutto di una decisione presa – democraticamente, si direbbe in altri ambienti, ma qui no, perché qui la democrazia non c’entra, per cui dico “ con pieni poteri” – in assemblea con ragazzi e famiglie. Siamo stati molto chiari a cosa sarebbero andati incontro quanto a impegno, regole, comportamento, disciplina. Noi siamo stati e rimaniamo coerenti e conseguenti. Ragazzi e famiglie no. Non hanno capito, hanno cambiato idea? Legittimo, possibile, ma troppo tardi, ormai ci siamo iscritti al campionato, abbiamo incaricato lo staff, abbiamo sostenuto parte dei costi e la parte rimanente sosterremo tra poco. Figure di popò non vogliamo fare e non è giusto le facciamo. Al riguardo abbiamo già dato.

Se sono così netto e tranchant è innanzitutto per chiarezza, onestà e nell’interesse dei ragazzi e della loro reputazione: possibile non si chiedano perché tanto scarto con gli avversari, tutti – quelli quotati e quelli normali, alla portata? E soprattutto non se lo chiedano le loro famiglie. In questi casi le risposte possibili sono due: o i nostri ragazzi sono tanto più brocchi e meno dotati e capaci degli altri, magari per cause ambientali attribuibili alla Perla del Friuli ed al suo territorio, oppure gli altri rispettano le regole ed i nostri – intendo ragazzi e famiglie – no. Ce ne sarebbe una terza: gli altri militano in società migliori – quanto a dirigenti e staff tecnico – della nostra. Se così è o pensano lo dicano, invece almeno apparentemente sostengono il contrario. Non riesco a non arrabbiarmi allora.  Per parte mia rifiuto la prima ipotesi, anche se talvolta mi sfiora, e provo a spiegare perché è la seconda.

Se quando negozi l’appuntamento con il dentista o medico, egli te lo propone  in orario scolastico, che fai? Diserti la scuola o gli chiedi e negozi un’ alternativa? Per la scuola negozi e per il basket diserti? Vuol dire che hai una gerarchia di priorità che non ci va bene. A scuola vai ad applicarti o a divertirti, e nel basket? A scuola arrivi in orario o quando ti pare e comoda o ti porta la mamma o il papà – evidentemente complici- ? Se a scuola rispetti le regole e nel basket no, oppure a scuola vai o mandi qualcuno a pietire la non applicazione delle sanzioni in caso di infrazione e nel basket nemmeno comunichi nei modi dovuti l’ emergenza, vuol dire che sei uno scostumato direbbero a Napoli. E se alla fine paghi il fio del dovuto quantomeno per non far passare per fessi noi ed i compagni se a scuola lo fai correttamente e nel basket con spocchia e supponenza vuol dire che ti sei dimenticato di chi sei figlio. Ecco, secondo noi è giunta l’ora che in Under 13 ci si chiarisca su ciò, una volta per tutte. Anticipo subito – a scanso di equivoci – che noi siamo indisponibili ad abbassare l’asticella. Umili e realisti si,  ma buffoni e perditempo no. Meditate gente meditate…… E pensate bene alla crescita ed educazione delle vostre creature, liberi di farlo come volete ma non con la nostra complicità.

Under 15 e 16 elite : la musa di Vasco.  Si proprio la rockstar, quello della “ vita spericolata “ Non so se e quanto quella dei nostri ragazzi lo sia. Mi auguro e credo davvero poco. Il loro basket pensato e  praticato lo è di certo e parecchio. Non lo dico per la salute del nostro pubblico – messa a dura prova di recente spesso, per i successi non discutibili ma soffertissimi fino all’ultimo secondo in senso letterale. Lo dico perché cercando – come sempre va fatto – il senso delle cose diventa molto difficile accettare che: quando potresti farcela con un gioco normale e semplice vai a cercare le imprese impossibili, non riesci ad andare a canestro con un normalissimo arresto e tiro, ma vuoi emulare Bolle o Nurejev e fare canestro danzando nel lago del cigno. Non riesci ad andare a canestro avendolo di spalle, ma pretendi di riuscirci o quando lo hai già superato e sei quasi nel parcheggio del palazzetto. Dopo un’ infinità di carambole riesci a rubare palla all’avversario ed invece di passarla al compagno posizionato meglio ti inventi palleggi inutili e dai vita ad un’altra stucchevole serie di carambole per cui l’avversario prima derubato si rifà subito fregando la palla a sua volta a te esponendoti al pubblico ludibrio, prendi per scemi gli avversari e ti fai fregare da loro in tutti i modi. Se non è vita spericolata questa cos’è? Comunque accontentiamoci del  risultato positivo – nel caso di Under 16 – e continuiamo a piangere assieme agli ottimi ragazzi di Under 15, che si mangiano ancora una volta le mani .

Prima squadra : mi chiamo Alessandro Tesini, non Luigi Pirandello, Franz Kafka, Sigmund Freud. Con l’età non ho ancora imparato ad accettare gli eventi privi di spiegazione razionale, le domande senza risposta. A tutto mi potete costringere tranne che a non cercare ovunque un senso e tranne a non cercare il miglioramento continuo. Non concepisco che nella vita l’asticella oggi non sia anche solo un po’ più alta di ieri e bassa di domani. Costi quello che costi, anche se ciò mi ha portato all’ictus , ma almeno ho vissuto fin qui  una vita sensata e con molte soddisfazioni, qualche delusione ed errore , ma quelli si dimenticano in fretta gli altri restano per sempre. Rimpianti mai. Ho provato e sto ancora provando e continuerò a farlo fintanto che ne avrò voglia e penserò possa servire a qualcosa e se e ci saranno le condizioni minimali e l’appoggio per farlo, a capire perché il gioco prodotto dai ragazzi della serie “D” è così brutto da vedere  e tanto poco efficace. I primi da capire sono proprio loro, intanto per rimuovere gli alibi, poi subito dopo per verificare se ne sono consapevoli oppure se negano l’evidenza come spesso accade. Niente. E ‘ come succhiare un chiodo e sperare di sentire il sapore del whisky. Nulla solo ruggine. Elettroencefalogramma piatto. Non cavi un maledetto ragno dal buco. E’ chiaro che qui vale ciò che vale per gli altri. Anzi di più: avendo i ragazzi un po’ più di esperienza, un’età diversa né  genitori con i quali dover fare i conti- oddio … a volte pure quelli, ma in un altro senso- una maggiore autonomia economica , che non guasta,una fisicità più solida e sviluppata. Per converso ci sono tutte le ambivalenze e le contraddizioni della serie D: campionato moto sgangherato, fisico, poco regolare, arbitraggio imprevedibile, influente ed improvvisato, squadre disomogenee , con ragazzi appena saliti da UISP  o e Promozione o scesi da C perché pentiti o per motivi diversi: privi di squadra, lavoro.. studi…, vicinanza da casa ….. Insomma è un ambiente in cui è facile nascondersi dietro la .. foglia di fico, inventarsi alibi e scuse, pretesti. Però – come spesso diciamo – il campo parla chiaro e non concede spazi alla menzogna. Finora nessuno è riuscito ad appagare la mia sete di senso di risposte persuasive, convincenti, motivanti. I più mi tirano in ballo … la testa , ricorrono al “.. non si capisce cosa gli succede, ma al terzo tempo è come se si bloccassero, dopo una discreta o almeno sufficiente partenza .. si sono imbambolati, hanno perso fiato, precisione, testa, mira.. Insomma , hanno perso tutto, purtroppo tranne pantaloni e maglia, con il nostro logo, ad imperitura infamia .  Per la verità è nemmeno così: se a Sacile, venerdì scorso, il coach non avesse chiamato minuto dopo solo 3 minuti di gioco, pure il primo quarto e la prima metà di gioco, probabilmente sarebbero stati la Waterloo conosciuta e subita il terzo tempo. Il coach ed io abbiamo deciso di aspettare ancora un po’, anche se non credo che qualcuno batterà un colpo, lo facciamo per la reputazione della società, per preparare il posto ai ragazzi delle giovanili, per quando sarà la loro ora.. per costruire una degna accoglienza. Se nel frattempo .. lo sgangherato gruppo miracolosamente rinsavisce, tanto di guadagnato idem se troviamo sul mercato un benefico innesto, anche se ora chi sa e fa è per forza di cose accasato e se non lo è vuol dire che non sa e non fa e allora ne abbiamo già abbastanza, altri restino pure a casa loro. Una cosa è certa: poco e male so fare il Pres. La psicoanalisi – lo avrete capito – non è la mia materia. Chiedetemi tutto ma quello no, altrimenti accontentatevi dei miei insulti e prese per .. i fondelli. Siete autorizzati a rispondere allo stesso modo e con lo stesso tono. Non me la prendo e non mi risento. Almeno  i ragazzi della D avessero la trasparenza e la comunicatività dei ragazzi delle giovanili. Niente, nemmeno di quelle sono capaci. Nel frattempo di un regalo sarò grato a tutti da qui fino alla eternità: che non succeda che giovedì sera contro la coriacea Cussignacco ci sia la scusa e l’alibi che è mancato il sostegno del tifo di casa, è la partita con cui la prima squadra si congeda dal pubblico tarcentino prima della lunga e poco meritata – almeno per quanto ci riguarda – pausa di fine anno 2016, la partita si svolgerà dopo gli auguri dei ragazzi del minibasket e delle giovanili e prima del terzo tempo con il cinghiale cotto allo spiedo dagli amici cacciatori di Stella. Se non lo volete fare per la D , fatelo almeno per il minibasket e i giovani che si fermeranno a tifare dopo la loro festa , oppure più materialmente fatelo per il cinghiale. In un modo o nell’altro, motivi per esserci giovedì prossimo 22 ci sono e tanti. ( AT )