Società, Tarcento Basket

MI ASPETTO UN CAMBIO DI PASSO E DA SUBITO

under-15

Martedì 15 – approfittando del fatto che il martedì e il giovedì c’è un concentrato di allenamenti in Palazzetto delle squadre giovanili e della prima squadra, quindi è più facile incontrare tutti nel giro di qualche ora – dopo un weekend non birillante nei risultati e nemmeno nella qualità del gioco ho voluto esternare ai ragazzi , come sempre alla presenza dei loro coaches, la mia insoddisfazione. Per stavolta mi sono limitato alle U15 e 16 elite, concedendo alla prima squadra ancora un’ occasione per autoriformarsi nei prossimi incontri. Non dovesse succedere, toccherà anche a loro, ma avrei detto loro quasi le stesse cose dette ai giovani. Quantomeno nel senso e nello spirito se non proprio nella lettera. Come altre volte , non è stato né voleva essere uno sfogo, ma un confronto alla pari per ottenere spiegazioni plausibili al non chiaro né comprensibile, sicuramente brutto ed autolesionista atteggiamento in campo verso gli avversari e a volte pure in allenamento. Quindi niente cazziatoni ma domande alla ricerca di risposte leali, convincenti, persuasive e affidabili.

Finora io e la società abbiamo mantenuto la parola : mi riferisco a quanto detto a chiusura del ritiro estivo di Tarvisio, agli incontri con i genitori durante l’estate, in piazza il 9 ottobre alla presentazione del nuovo anno sociale e sportivo, poi solenizzato e formalizzato dalle decisioni degli organi- prima il Comitato Direttivo, poi l’Assemblea:

  1. è un anno di ripartenza e di ricostruzione, per realizzare con serietà ed umiltà obiettivi alla nostra portata. Un anno dove soprattutto capitalizzare e consolidare le risorse- fisiche, atletiche , organizzative e gestionali, finanziarie, di risorse umane – per più avanti puntare ad una nuova crescita e risalita negli standard, compatibile con le nostre ambizioni ma anche alla nostra reale e non immaginata portata. Quindi non c’è fretta , la velocità di marcia deve essere quella determinata dai ritmi fisiologici della crescita e dello sviluppo.
  2. Però questo non giustifica qualsiasi cosa. In particolare Tarcento non può diventare il teatro Verdi del Basket. E’ la metafora alla quale sono ricorso – dopo aver precisato quanto su appena sintetizzato – per spiegare il mio stato d’animo di questi giorni post we delle sconfitte. Le metafore parlano più e meglio di qualsiasi discorso. Se conosciute , naturalmente. Così ai ragazzi ignari ho spiegato che il Teatro Verdi di Trieste – negli anni – è diventato famoso perché quando un’ orchestra o singoli artisti avevano accumulato un certo numero di insuccessi, fiaschi e frustrazioni, mettevano in calendario una tournè a Trieste, perché il numeroso pubblico triestino- sicuramente molto competente , ma pure altrettanto generoso nell’accoglienza e nel tributare applausi trionfali a tutti- in una serata era in grado di resuscitare i cadaveri. Ecco- ho spiegato ai ragazzi- io non vorrei che le altre società e squadre di basket, affrontassero l’incontro con noi- in casa o in trasferta – come l’occasione per recuperare spirito e delusione , per rimettere a posto morale e classifica. Come tutte le metafore, contiene un paradosso, ma mica tanto
  3. Meglio arrossire oggi che doversi vergognare domani Non è una metafora in senso stretto, ma quasi, rende bene l’idea: sarà perché sono rimasto scottato una volta, ho già ammesso gli errori, tra questi c’era anche l’essersi svegliati troppo tardi, non voglio ripeterlo, preferisco esagerare oggi in preoccupazione – non allarmismo, solo una prudente e realistica preoccupazione – piuttosto che dovermi scusare – ed arrossire – a fine anno per aver registrato un altro insuccesso
  4. Il campionato elite è alla nostra portata?: ho ricordato ai ragazzi che, a suo tempo , li abbiamo coinvolti in una scelta che – forse – avrebbe dovuto essere solo della società, certo : con staff e atleti d’accordo, ma non troppo corresponsabilizzati in una decisione prettamente societaria: Ma l’intenzione era seria e più che onesta, essendo una decisione molto impegnativa – da tutti i punti di vista – tutti dovevano farsene attori protagonisti e nessuno limitarsi al comodo ruolo di spettatore passivo. Però, di fronte a certe disattenzioni, distrazioni, ingenuità, qualche volta disimpegno… ho voluto buttare la domanda che ha provocato risentimento in più di qualcuno: decidendo l’elite eravamo consapevoli che avremmo incontrato avversari che non regalano nulla e poco concedono?
  5. Sbagliando si impara e si cresce: è il senso della risposta corale ricevuta. Ho ribattuto che sì è vero ma senza esagerare e scivolare nell’assurdo banale: per capire che il muro è più duro della tua testa non serve sbatterci contro una infinità di volte, lo si può anche intuire, altrimenti l’apprendimento è lento e nel frattempo il divario cresce, perché anche gli avversari maturano, e poi ho ricordato che pur avendo 10 in latino al liceo , contestavo agli insegnanti l’utilità del suo studio e la risposta sulla sua idoneità ad aprire la mente, che può essere aperta anche grazie a discipline più attuali, concrete ed immediatamente spendibili. Metafora: se tutte le energie spese a realizzare tanti errori fossero impiegate nella realizzazione di qualcosa di buono, ne guadagneremmo tutti .
  6. Staremo a vedere: li terrò d’occhio – tutti- quotidianamente.

A.T.