Prima squadra, Tarcento Basket, UISP

Due gare di UISP A1; Una di FIPPROM

Le prime di campionato: in gara e con gli avversari di fronte è altra musica

Il recupero dei ritardi è più lungo, faticoso, incerto del previsto: basterà il girone di andata?

QUI FIPPROM: confermato il dilemma- paradossocornuti e mazziati“, come il Pres Tesini lo ha definito nella riunione fine preparazione estiva e -inizio campionati della scorsa settimana e di cui si dirà poco oltre-. Se a fine di ogni gara, amichevole o di campionato che sia, i molti amici avversari, ex o no che siano, soprattutto se ex per l’amicizia che ancora nutrono e li lega a quella che per anni è stata la loro fucina e culla, ci e ti cercano per chiederti o dirti  “…vabbè, avevamo messo in conto e sapevamo che per esperienza, talento, fisicità, precisione .. l’avreste avuta dura e solo da apprendere, … ma per l’età media dei vostri roster, la brillantezza e l’atletismo dei giovani avevamo messo in conto di essere surclassati almeno su quel terreno”. Invece no: le prime doti, il primo valore aggiunto non ci sono, il vantaggio competitivo per i decenni in meno sugli avversari neanche. Cornuti e mazziati, appunto! Il paradosso al momento si nota più in UISP dove gli avversari incontrati e che incontreremo anagraficamente presentano quelle caratteristiche e peculiarità che ostentano, commentano e rinfacciano. In FIP in parte è lo stesso, perché la storia del roster di questa stagione si regge su accordi tra 3 società che fanno della valorizzazione dei giovani il tratto distintivo: il roster al momento si regge su 5 giovani del DLF, due meno giovani e con maggiori esperienza ed età Longobardi, due ex giocatori di categorie superiori però per motivi diversi rimasti fermi da tempo, dei 7 del nucleo storico di Tarcento portati in dote dalla scorsa stagione  tre sono ancora infortunati e non disponibili e con i tempi di rientro ancora incerti. Il risultato della gara -una sconfitta per 8 punti– non può e non deve, alla prima di campionato, portare a considerazioni affrettate, sommarie e inquinate da aspettative che non c’erano per la consapevolezza comune del molto lavoro che ancora ci aspetta per raggiungere forma e perfomance all’ altezza del campionato. Per cui la carenza di ritmo, precisione, visione del gioco, solidità in difesa, precisione in attacco -da fuori area e in penetrazione-, capacità di contrasto dell’avversario pischello o scafato e capace di innervosirti che sia non ci devono portare a conclusioni sbagliate. Il primo quarto ha dettato e decretato ritmo e storia di tutta la gara: palesi soggezione, fragilità, ritmo lento, nostri e maggiori esperienza, astuzia , solidità degli avversari che hanno chiuso il quarto avanti di 40 ( 59 a 19) i tarcentini hanno pagato caro. Una cosa va detta: va capito se si tratta di ritardo fisiologico in preparazione e se talento, generosità, caparbietà, grinta, dei giovani DLF necessitano di un po’ di esperienza e conoscenza di una categoria per loro strutturalmente superiore oppure se c’è da sistemare anche altro. Non è compito della società – editore di questo social- capirlo e risolverlo, è compito dello staff., che deve pure capire e risolvere l’altro nodo apparso evidente al termine del primo quarto, con Tarcento più che doppiata dai padroni di casa: la tendenza a subire e basta si è invertita quando -bontà sua- , capitan Martinelli , con andatura solenne ha fatto ingresso in palazzetto e dopo un ulteriore quarto d’ora di dressing ha preso posto in panchina, si è fatto riconoscere , si è sgrullato un po’ e ha fatto ingresso in campo ad inizio secondo quarto. Non sono chiacchiere da osteria: pura cronaca. I commenti se ci saranno, verranno dopo le prossime due gare. Altra nota di cronaca: la chimica in campo, il cercarsi, il parlarsi, l’ammiccarsi per disorientare l’avversario, si è visto purtroppo a due minuti da fine gara ad opera di Carlo Pesamosca, Elia Ronchi, Stefano Belligoi. Preso rimbalzo in difesa da uno dei tre, lanciati gli altri due in contropiede, corsi a canestro degli avversari, uno va a canestro, la palla non entra, ma prima dell’arrivo degli avversari, il secondo l’afferra e centra. Questo è ciò che Tarcento Basket si aspetta dal bel gruppo di ragazzi DLF a maggior ragione se da tre anni si allena assieme, sotto la guida di coach Stradolini, esperienza e soggezione a parte per la categoria superiore. Detto ciò, e per dovere di cronaca, gli 8 punti che separano i padroni di casa da Tarcento, ci stanno tutti in una gara che non è mai stata in discussione e in cui Feletto, anche quando non ha dominato, è sempre stata avanti rispetto agli avversari. La nostra inversione di rotta invece di iniziare ad inizio secondo quarto e soprattutto tempo, fosse iniziata prima avrebbe dettato un esito diverso? Lo si è sentito dire da alcuni su entrambe le sponde del campo. Sono considerazioni fuori luogo, più probabile una sconfitta minore. Così non è stato, inutile parlarne. Piuttosto c’è da dire che se la sconfitta sarà letta ed interpretata bene e la intensificazione degli allenamenti alternata all’alternarsi delle gare nei due campionati, pensando e misurando bene le convocazioni per ottimizzare la preparazione e ridurre i tempi della piena entrata in forma per tutti, allora margini di miglioramenti e di crescita ci saranno e lo saranno già dalle prossime gare. A maggior ragione in un campionato in cui –stando ai risultati delle gare della prima giornata per il poco che essa può dire- le sorprese non mancano e dicono di un campionato che solo in parte conferma le previsioni, e dove magari non è detto possa succedere di tutto , ma qualcosa sicuramente.

 

QUI RIUNIONE POST PREPARAZIONE ESTIVA E PRE INIZIO CAMPIONATI: si è svolta in palazzetto giovedì 27 ottobre al termine dell’allenamento , ha affrontato e discusso e confermato il programma annunciato nel pezzo precedente a questo e ratificato i roster proposti dalla società e i loro staff.

 

QUI UISP A1: due le gare di cui si deve dare conto e riferire: Sbrindella in trasferta a Udine e Attimis in casa. Anche qui , la sola nota di colore dei tanti ex incontrati, più a Udine che a Tarcento è solo per dire che se Jhonathan Menon , red Rosso, Massimiliano Tarvis, Davide Del Bianco, Marco Binutti visti crescere da noi, alcuni qualche , altri molti anni fa e che  hanno contribuito ai successi di cui i trofei nelle teche in sede parlano chiaro è solo per ribadire che la loro voce interessa molto, sentita ancora come un pezzo della storia di famiglia. E’ una storia ancora e più sofferta perché sottolinea il paradosso del cornuti e mazziati di cui si è già scritto a sufficienza senza che serva ancora farlo. Piuttosto, vale la pena insistere su un altro concetto, pertinente anche alla luce delle considerazioni svolte sopra e ampiamente illustrate per voce della società e degli staff in riunione: burocraticamente e formalmente i due campionati sono distinti e diversi, ma se dovessero farsi canali paralleli e non comunicanti sarebbe un errore grave e comunque una scelta non della società ma un abuso: spazi allenamenti, intreccio dei calendari delle gare, crescita degli atleti confermano che: ci sono due nuclei stabili, fissi permanenti di atleti in esclusiva del roster di uno dei due campionati, la motivazione è tutta strutturale per storia, preparazione dei singoli atleti, la differenza decisiva è fatta dalla zona grigia fluttuante degli atleti che – in ragione dei regolamenti, delle condizioni momentanee individuali, del livello della preparazione raggiunta, delle caratteristiche peculiari dell’avversario consigliano o obbligano la convocazione ad una gara piuttosto che ad un’altra , in questo o nell’altro campionato. Anche qui la cronaca esige si dica che trattandosi di due avversarie di alta classifica e non da oggi ma da sempre del campionato A1, la sconfitta a Udine con Sbrindella, per dinamica dell’incontro, fastidioso arbitraggio , scarto del punteggio , ha il sapore di una mazza vittoria se non di un pareggio, mentre per quanto attiene alla sconfitta interna con Attimis c’è poco da dire sul risultato se non che dopo le prime due di campionato ed in vista del derby tutto tarcentino con tanti ex sbaglieremmo molto a non ottimizzare le convocazioni per i due campionati che ormai portano anche a tre gare nella stessa settimana, osservando: condizioni di forma degli atleti, peculiarità e competitività degli avversari, percorso di crescita e avvicinamento alla piena forma dei nostri due roster, condizioni delle classifiche, visti pure gli indiscutibili miglioramenti dei ragazzi dello zoccolo duro del roster UISP in senso stretto.

 

QUI RICORDO E’ COMMIATO: non è elegante parlarne e scriverne dopo le photogalleries di Irene sulle gare, ma è impegno e dovere assunti nell’editoriale precedente, che mai avremmo potuto scordare a maggior ragione in questi giorni in cui si celebrano i santi e i defunti. Parliamo di due cari amici -molto diversi tra loro, con un tratto in comune: amore, passione e vita vissuta nel e per il basket-; in momenti diversi parte della loro storia si è intrecciata con quella di Tarcento Basket. Li ricordiamo, con affetto, riconoscenza, gratitudine e li indichiamo all’attenzione dei giovani di oggi che non hanno potuto conoscerli e godere della loro amicizia. Ci hanno lasciato entrambi questa estate del 2022.

QUI GIUSEPPE, PINO PENNASILICO: era uno del gruppo di cui facevano parte Gianni Sietti, Vittorio Formelli, Renato Clerici, Paolo Volpe, Giancarlo Disint, Nino Morgante, Giorgio Plaino, Ferdinando Mugani, Luciano Trusgnach, Giuliano Nimis, Paolo Bonesi, Giacomo e Pierino Canova, Massimo Fadini, Valentino Moretti, Titta Paoloni: insomma i fondatori del Tarcento Basket. Tra di loro qualche differenza: in campo e fuori dal campo. Stando al campo Pino aveva portato da Pesaro, dove per qualche anno aveva vissuto, lavorato e giocato a basket in una piazza già all’ora molto prestigiosa, che gli aveva consentito di conoscere uno sport per il tempo un po’ esotico a maggior ragione nella ex perla del Friuli, l’anda sperduta della pedemontana -benecia del Friuli-. Fuori dal campo: le stesse simpatie, umor degli altri che con lui diedero vita ad una società che assieme a quel gruppo decidemmo di ricordare e celebrare nel suo cinquantesimo di età. Tutta quella storia è riportata in oltre duecento pagine di testo e di stupenda ricostruzione fotografica stesa coralmente con l’apporto di tutti coloro che o per anni o per un breve periodo sono passati da Tarcento Basket. Due soli ricordi personali il primo è quando ci venne l’idea di quella celebrazione: eravamo sotto il tendone della ProTarcento nella festa dei Pignarulars dell’anno precedente l’anniversario e che ospitava le squadre di Tarcento Basket per gli auguri di Natale. Al tavolo tutto quel gruppo lanciò l’idea di celebrare l’anniversario con questo grande lavoro corale affidandolo oltre che a me ad altri due grandi esperti di ricostruzione storica e della società avendone fatto parte nelle stagioni successive alla sua fondazione: Andrea Lucatello e Walter Tomada. Il secondo ricordo: il 25 aprile 2022, a pochi mesi dalla scomparsa. Ero seduto al Caffè Marinelli a bere il caffè con Laura Gritti e il marito già giocatore di Tarcento Basket. Entra e si avvicina Pino e ci dice “io non posso celebrare  il 25 aprile oppure dovrei farlo più e meglio degli altri perché l’occupatore tedesco me lo ritrovo in casa avendolo sposato tanti anni fa” si riferiva alla moglie. Per il resto posso solo dire che da quella sera nel tendone della ProTarcento a quel 25 aprile non c’è stata gara in cui avesse mancato di portare il suo sostegno, il suo consiglio, il suo caldo e competente tifo e non c’è stata lotteria in cui non si impegnasse alla vendita di due o più blocchetti.

Giuseppe Pennasilico

 

QUI GIANCARLO SARTI: se n’è andato pure lui questa estate. Tranne un contatto telefonico e incontro diretto di persona di cui dirò tra poco, quello che so di lui lo so da Lorenzo Bettarini. Ex giocatore snaidero ai tempi di Mino Cescutti, Galanda senior, Molella e lo stesso Lorenzo, prima che quest’ultimo lasciasse snaidero per la Toscana, poi si sono ritrovati ai tempi della presidenza del cavaliere Rino Snaidero, quindi di nuovo lasciati; con Sarti che rientra con altro ruolo -quello di general manager- nella seconda stagione della snaidero, quella della presidenza di Edi Snaidero. Per capirci i tempi in cui in APU Snaidero, giocava un certo Joe Allen, che come documentato anche nella ricostruzione fotografica del volume ricordato sopra, spesso veniva in palazzetto a Tarcento per ritiri, amichevoli, campi scuola o estivi. E’ in una di quelle occasioni che nel team di APU Snaidero ho incrociato nello staff Giancarlo Sarti. Che al termine di quella stagione andò a ricoprire l’incarico di general manager in Krass Rimini, fucina di tanti talenti poi affermatesi in diverse società italiane e non e tramite dell’ingresso in Italia di molti giocatori stranieri, particolarmente USA, per i numerosi e fruttuosi contatti del suo presidente. In quella occasione, meno serena della precedente, fui costretto -su delibera del direttivo dell’epoca- a scontrarmi, più con l’atleta che con la società Krass, per via del difetto di prestito di  Raffaele Bosio, quando Tarcento transitava da C Silver in C Gold. Anche per il mio carattere lo scambio con gli interlocutori di Rimini non fu il più sereno che ci si potesse aspettare, ma nello specifico ebbi modo di confermarmi in quanto tutti mi avevano sempre detto del carattere personale di Giancarlo Sarti: generosità, simpatia, bonomia, ricordo sempre caldo e affettuoso del Friuli, di Tarcento, di Lorenzo Bettarini che si apprestava a cedere il posto a Alberto Andriola.

 Giancarlo Sarti